La depressione maggiore è una delle patologie mentali più gravi, caratterizzata da un’ampia eterogeneità clinica, alti livelli di disabilità e di carico personale, familiare e sociale.
L’eterogeneità clinica della patologia depressiva è dovuta anche all’età di esordio, alle modalità di esordio, al decorso a breve e lungo termine e alla risposta o meno ai comuni trattamenti, sia farmacologici che psicosociali.
Numerose opzioni terapeutiche sono attualmente disponibili per il trattamento della depressione maggiore. Tra i farmaci, sono tuttora disponibili gli antidepressivi triciclici, gli inibitori delle monoaminoossidasi, e i più recenti SSRI, SNRI e i farmaci antidepressivi di nuova generazione. Tuttavia, una gran percentuale di pazienti presenta una depressione resistente o comunque difficile da trattare, rendendo necessarie spesso terapie di augmentation o di associazione tra più molecole appartenenti a classi farmaceutiche diverse. Purtroppo, queste associazioni molto spesso vengono fatte senza seguire protocolli di good clinical practice né linee-guida disponibili.
Del tutto recentemente, in Italia è stata messa in commercio la desvenlafaxina, un antidepressivo ad azione duale che ha come bersaglio sia il sistema della serotonina che della norepinefrina. Questo farmaco è particolarmente promettente sia per la sua efficacia clinica che per il buon profilo di tollerabilità. Inoltre, è un farmaco estremamente maneggevole, essendo più efficace degli altri farmaci disponibili a dosaggi più bassi. È verosimile, quindi, che possa rappresentare una strategia terapeutica molto efficace sia nella depressione maggiore nell’adulto che nella depressione dei giovani e degli anziani.
In questo corso, verranno riportate le conoscenze attuali in tema di diagnosi e clinica della depressione, e verranno affrontate le varie opzioni terapeutiche, con un focus specifico sulle proprietà farmacocinetiche, farmacodinamiche e cliniche della desvenlafaxina.